Ritorno al CampaMac (Dacci Dentro dal piemontese) per un pranzo con amico/coscritto produttore albese. Subito accolti da patron Maurilio Garola che faceva la spola tra la Ciau del Tornavento ed il CampaMac e che ci saluta calorosamente vista la conoscenza con tutti i quattro commensali.
La sala è sempre Lei accogliente e raffinata, molto avanti rispetto agli altri locali di Barbaresco. Attirano l’attenzione le bellissime vetrine di frollatura con pezzi e costate non solo Piemontesi e Toscane ma internazionali.
Optiamo per il menù Degustazione di Langa: Benvenuto dello Chef, Vitello Tonnato della Tradizione, Tajarin ai 40 rossi con sugo di carne, La Fassona (costata) sostituita strategicamente al Galletto marinato alla Senape di Digione, dolce del CampaMac, petite patisserie. Costo menù con variazione +15 euro rispetto alla proposta : 70 euro rispetto ai 55 iniziali. Piatto preferito da tutti La Fassona; gli altri piatti buoni ma “piatti”.
Il produttore ha scelto dei vini per un confronto olfattivo e per sfida personale rispetto ai suoi: Costa Russi 2016 e Barolo Falletto 2016 che hanno portato il conto finale da 3 a 4 cifre. Carta dei vini di alto livello: voto 4,5.
Servizio buono in linea con l’offerta del locale: voto 3,5
Location interna molto bella, salotto da città di tendenza : voto 4,5. Location Esterna: su una strada con anche confusione, affaccio sul Tanaro e le colline di Langa e Roero. Voto: 3-3,5.
Una nota di rilievo in un menù di terra è il cavallo di battaglia di Maurilio, le code di gambero in pastella rivestite di nocciola. Una prelibatezza.